Rubrica “PSICOLOGIA DELLE EMOZIONI” di Diego Ingrassia – “ANALISI EMOTIVO-COMPORTAMENTALE E NUOVE TECNOLOGIE”
per PSICOLOGIA CONTEMPORANEA – Trasgressione – n. 271, Gennaio-Febbraio 2019 – GIUNTI EDITORE
TUTTO CIÒ CHE DICIAMO, SCRIVIAMO O COMUNICHIAMO CON IL CORPO È IL RISULTATO DI UN FLUSSO EMOTIVO PRECEDENTE: UN METODO CI INSEGNA A INTERPRETARE QUESTI SEGNALI
L’Analisi Emotivo Comportamentale è un metodo interattivo che integra un insieme di competenze finalizzate a comprendere a fondo il vissuto emotivo di un soggetto attraverso tecniche valutative di analisi che prendono in esame 6 diversi canali di comunicazione.
L’osservazione del comportamento non verbale può attingere da studi basati su evidenze scientifiche importanti.
Altre volte su queste pagine abbiamo spiegato che, a partire dal lavoro di ricerca di Paul Ekman, disponiamo di conoscenze precise su alcune specifiche emozioni. In particolare, sappiamo che esistono segnali inequivocabili e molto attendibili che possono essere osservati.
Ci riferiamo ad alcune mimiche del volto definite “espressioni facciali universali”, associate a 7 emozioni principali: rabbia, paura, disgusto, disprezzo, sorpresa, felicità, tristezza, ma sono in corso studi per valutare, come “universali”, altre emozioni, quali la vergogna e il senso di colpa.
Alcune di queste sono definite “secondarie”, perché attivano connessioni sistematiche tra emozioni primarie e processi di comprensione cognitiva che coinvolgono elementi di carattere sia soggettivo che culturale.
I segnali che le accompagnano possono essere spesso generati da un mix di emozioni di natura diversa.
Chi è addestrato a cogliere questi rapidi micro-segnali dispone di uno strumento molto efficace: può infatti ricavare preziose informazioni correlate alle emozioni, che il suo interlocutore non è consapevole di manifestare e verificarle all’istante mediante domande mirate.
Si tratta di uno strumento importante, che può trovare applicazione in diversi contesti professionali.
Il volto è certamente la regione principale che attrae la nostra attenzione durante l’interazione; rappresenta il sistema primario attraverso il quale passano i segnali relativi alla comunicazione emozionale.
È anche il primo canale che naturalmente osserviamo nel cercare di cogliere atteggiamenti, umori e intenzioni.
È indispensabile, però, ricordare che, nonostante la sua importanza, si tratta soltanto di uno dei canali di comunicazione osservabili.
Estendere la nostra osservazione ad altre componenti ci aiuta, tra l’altro, a non affidare la nostra valutazione a un unico segnale, correndo il rischio di commettere errori di interpretazione.
Per questa ragione il metodo dell’Analisi Emotivo Comportamentale, derivato dagli studi e dalle ricerche di Ekman, si basa sull’osservazione e la valutazione di 6 canali di comunicazione:
• espressioni facciali: decodifica dei segnali (FACS);
• linguaggio del corpo: lo sguardo, le reazioni posturali; la relazione con lo spazio, la distanza e le forme di contatto con gli altri (prossemica e aptica); la gestualità con le sue diverse tipologie (gesti: regolatori, illustratori, emblematici, adattatori);
• voce: ritmo; velocità; volume (intensità); frequenza (altezza); timbro (qualità); contenuto verbale: inteso come il resoconto narrativo verbalizzato dall’interlocutore e la ricerca di parole chiave rivelatrici di aspetti valoriali e motivazionali;
• stile verbale: pause; cambio di pronomi; modi di dire, slang culturalmente correlati; balbettamenti o ripetizioni; frasi evasive;
• sistema nervoso autonomo: non tutti gli elementi di questo canale sono osservabili normalmente dall’esterno, possiamo tuttavia registrare: variazioni della respirazione; sudorazione; pallore o rossore in viso; lacrimazione; tremori; dilatazione delle pupille.
L’osservazione di tali elementi è basata sulla discrepanza tra lo stile naturale della persona (baseline) e i comportamenti messi in atto durante alcune fasi del colloquio.
Identificare la base-line della persona è fondamentale rispetto a tutti i canali che abbiamo elencato, quindi anche per lo stile verbale e il contenuto verbale. Solo mediante questa operazione possiamo separare i segnali che appartengono alla “normalità” del soggetto da quelli che sarà importante indagare.
Il metodo prevede di vagliare differenti ipotesi che prendono in esame: le caratteristiche individuali del soggetto, i fattori ambientali e naturalmente il contesto (lo sfondo su cui si staglia la relazione e che ne influenza le dinamiche).
Dopo avere raccolto i dati a seguito di tale osservazione, e formulato le relative ipotesi, la competenza che è necessario utilizzare contempla un uso puntuale e strategico delle domande che saranno mirate a valutare le ipotesi formulate nel corso dell’intervista.
Il valutatore emotivo comportamentale non è dunque una figura asettica che si limiti a osservare il comportamento: per poter svolgere un’analisi accurata ha il bisogno di interagire con il soggetto valutato; solo così l’attendibilità della valutazione può raggiungere percentuali elevate.
Ogni forma di comunicazione verbale, para-verbale, non verbale o mediata dalle nuove tecnologie è preceduta e guidata da un’emozione.
Tutto ciò che diciamo, scriviamo, al di là del fatto di essere immediatamente comprensibile o meno, è il risultato di un flusso emotivo precedente.
Dunque, risulta di fondamentale importanza sapere cosa osservare, per poter riconoscere tali manifestazioni emotive e focalizzare la nostra attenzione su alcuni specifici punti chiave.
Il metodo di valutazione che stiamo descrivendo si applica percorrendo 3 passaggi:
1. raccolta di segnali, dati e informazioni;
2. formulazione di ipotesi e verifica tramite domande;
3. valutazione finale.
I primi due passaggi si configurano come “circolari” durante tutta la fase di osservazione e colloquio, mentre il terzo si completerà con la valutazione finale. Il fondamento di questa competenza professionale è la capacità di comprendere il ruolo che le emozioni svolgono all’interno di svariati processi di relazione possibili. Si tratta di una metodologia, fondata su importanti ricerche concernenti le emozioni, i processi di comunicazione, lo studio del comportamento, che può essere posta al servizio di diverse tipologie di professionisti interessate a valutare le emozioni e la credibilità di un interlocutore.
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