Per molto tempo nel mondo del lavoro le emozioni non hanno avuto diritto di cittadinanza.
Sulla scia di un pensiero che nasceva a partire dai banchi della scuola, una mente razionale, lucida e distaccata era considerata il requisito migliore per una buona prestazione lavorativa.
Oggi per fortuna lo scenario è radicalmente cambiato e le aziende – sempre più spesso – chiedono di aiutare i loro manager a migliorare competenze che sono strettamente legate all’intelligenza emotiva.
“La consapevolezza delle proprie e delle altrui emozioni è capace di fornire un prezioso aiuto nella gestione di situazioni potenzialmente stressanti e conflittuali”, spiega Diego Ingrassia, CEO di I&G Management.
Sono molti ormai gli studi che confermano come alcuni aspetti dell’intelligenza emotiva siano predittivi della Job Performance.
“Il manager emotivamente intelligente è capace di gestire le proprie emozioni, è attento a quanto accade nella dinamica di relazione e dà valore alla componente non verbale della comunicazione. Quando i nostri interlocutori riscontrano sintonia tra ciò che facciamo e i valori di cui siamo portatori, lo stile di leadership viene percepito come equilibrato e coerente”.
L’osservazione del comportamento non verbale può attingere da studi e ricerche basati su evidenze scientifiche importanti.
A partire dal lavoro di ricerca di Paul Ekman sappiamo che per alcune specifiche emozioni esistono segnali inequivocabili e molto attendibili.
Il termine “espressioni facciali universali” indica infatti che alcune mimiche legate a un preciso significato emozionale vengono manifestate nello stesso modo (ovvero con gli stessi muscoli del volto) da qualunque persona al mondo, a prescindere dall’età, dall’etnia, dal genere, dall’istruzione o dal livello culturale di chi la esprime.
“Queste espressioni facciali universali sono associate a sette emozioni fondamentali: rabbia, paura, disgusto, disprezzo (inteso come senso di superiorità), sorpresa, felicità e tristezza.
Le espressioni facciali legate a queste sette emozioni possono manifestarsi in maniera completa in tutto il volto o solo su di una parte di esso (espressioni sottili); talvolta, infatti, i segni rivelatori di un’emozione li possiamo notare in leggerissimi movimenti della bocca, della fronte, delle palpebre o delle sopracciglia.
È quindi importante sapere cosa osservare e focalizzare la nostra attenzione solo su alcuni specifici movimenti chiave”, dice Ingrassia.
Cogliere queste preziose informazioni è, secondo il CEO di I&G Management “il primo passo per migliorare la nostra competenza emotiva, una qualità che possiamo continuare a sviluppare nel tempo”.
Il tuo carrello è vuoto.