Ogni domanda che sappiamo porre con il giusto metodo è invece una freccia che colpisce il centro del bersaglio: rispetta il giusto tempo, inquadrando, senza inutili dispersioni, i veri temi di interesse. Quante volte, ascoltando una conversazione, ci capita di notare che chi pone domande non coglie l’opportunità di riprendere parole importanti e particolarmente significative, pronunciate dal suo interlocutore.
Informazioni preziose, parole che aiuterebbero a migliorare la qualità del dialogo, vengono così disperse, sostituite spesso da inutili divagazioni. Una domanda posta in modo consapevole, capace di dimostrare vera attenzione nei confronti dell’altro, genera reciproco interesse, “costruisce ponti”, crea le premesse per trasformare una conversazione qualunque in un’importante occasione d’incontro.
È essenziale cercare di chiarire le parole che scambiamo invece che interpretarle. La medesima parola, infatti, al di là della semantica culturalmente condivisa, può avere per ognuno di noi un significato emotivo e cognitivo diverso.
Il sistema di valori, le emozioni e le motivazioni che muovono l’agire delle persone è intimamente legato al significato profondo che noi attribuiamo alle parole: poter scoprire tutto questo aiuta a evitare insidiosi fraintendimenti e concorre ad ampliare le possibilità di un confronto sano e costruttivo.
Ogni domanda posta in maniera spontanea è utile per capire meglio “l’altro” ma, affinché una domanda diventi una “domanda strategica”, è necessario acquisire competenza sulle diverse tipologie di domande.
Avere un metodo, una tecnica, permette di sviluppare, infatti, una importante competenza: sapere quando utilizzare una domanda con finalità “esplorative”, con l’obiettivo di ampliare le informazioni e le conoscenze scambiate, e quando invece “stringere”, con l’intenzione di verificare il livello di reciproca comprensione.
Questa metodologia è racchiusa nella “Tecnica Avanzata delle Domande”. Attraverso la Tecnica Avanzata delle Domande (TAD) e un adeguato training, che può attingere anche dall’esperienza diretta (on the job), è possibile sviluppare una maggiore e più precisa capacità di osservazione della dinamica relazionale e potenziare in modo significativo la propria abilità negoziale. TAD amplifica inoltre le nostre abilità dialettiche, ci aiuta a realizzare un dialogo più aperto e profondo a servizio dell’empatia e della sensibilità relazionale, doti che si rivelano preziose a livello negoziale, terapeutico e in ambito forense. Questa innovativa metodologia è distribuita in esclusiva da I&G Management, già nota per i metodi di analisi del comportamento emotivo. La metodologia TAD acquisita da nostri clienti ha già trovato applicazione nella gestione dei colloqui di intervista all’interno degli uffici risorse umane di importanti aziende multinazionali, in campo medico e in negoziazioni internazionali.
“Domandare è lecito, rispondere è cortesia”, recita un famoso proverbio.
Noi però possiamo scardinare questo meccanismo. Attraverso un atteggiamento, che è insieme sensibile e strategico nel porre le domande, possiamo persuadere il nostro interlocutore ad aprirci la porta della relazione.
Ogni domanda lasciata cadere equivale a una mancata opportunità di scambio comunicativo con il nostro interlocutore.
Opinione condivisa da Jostein Gaarder nel libro C’è nessuno?, quando afferma: “Una risposta è il tratto di strada che ti sei lasciato alle spalle.
Solo una domanda può puntare oltre.”
Padroneggiare una tecnica adeguata e usarla con etica e professionalità ci rende persone competenti ed efficaci nel mondo delle relazioni.
“Conosci te stesso” è la via indicata da Socrate per la saggezza.
Ma per conoscere se stessi è necessario imparare a conoscere gli altri, comprendere i loro valori, accettare la loro diversità e tutta la complessità che da questa visione deriva. Le domande sono uno strumento prezioso e potente in questa direzione.
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