Nella gestione di un team la performance è un indicatore cruciale del successo collettivo. Ma quali sono le motivazioni più frequenti quando non si raggiungono i risultati attesi? Immaginate un bus in partenza per una gita. Il conducente ha una responsabilità cruciale: deve assicurarsi che tutte le persone siano a bordo, ma non solo. Deve vedere se queste sono al posto assegnato e pronte per il viaggio. Allo stesso modo, un manager deve conoscere i propri collaboratori e soprattutto deve saperli collocare nei ruoli più adeguati per poter raggiungere gli obiettivi prefissati. Una delle motivazioni più frequenti quando la performance di un team è scadente, è rappresentata dalle competenze non allineate al ruolo attribuito. In un mondo in continua evoluzione, le esigenze lavorative cambiano rapidamente e ciò che era rilevante ieri potrebbe non esserlo più oggi. I nostri collaboratori potrebbero aver sviluppato nuove competenze o, al contrario, potrebbero aver bisogno di aggiornamenti per rimanere competitivi.
È compito del manager identificare queste discrepanze e valutare se le persone siano nel ruolo più opportuno. Talvolta, una semplice riqualificazione può fare la differenza, riportando il team sulla strada giusta. Sappiamo che ogni individuo ha punti di forza e debolezza specifici, ma non sempre ne è consapevole. Far svolgere a un collaboratore un compito non adeguato potrebbe generare frustrazione e farlo giungere alla conclusione che il luogo di lavoro in cui è inserito non è adatto. Si pensi per esempio a un dipendente creativo relegato in un ruolo puramente amministrativo. La mancanza di allineamento tra le capacità e le responsabilità può compromettere la performance individuale e anche quella dell’intero team. È quindi essenziale che i manager valutino non solo le competenze, ma anche gli interessi e le passioni di ciascun collaboratore per garantire una collocazione ottimale.
Un approccio efficace è lavorare sulla consapevolezza dei talenti nella propria squadra di lavoro. La fiducia è un elemento chiave in questo processo. I manager devono considerarsi come i “conducenti di un bus”: devono assicurarsi che tutti i passeggeri siano a bordo e che siano seduti nei posti giusti. Dall’altro lato i collaboratori devono riconoscere il ruolo del manager in quanto guida e per facilitare questo processo è necessaria la fiducia, che si crea con il tempo, ma anche con le giuste domande e l’ascolto reciproco.
Un altro errore comune che i manager commettono è quello di concentrare la loro attenzione sugli under performer, trascurando gli high performer. Questi ultimi, sebbene possano gestire le loro responsabilità in modo autonomo, potrebbero sentirsi poco valorizzati e quindi diminuire la loro motivazione e coinvolgimento all’interno dell’organizzazione. Ignorare le esigenze degli high performer può portare a perdere i talenti migliori, poiché questi possono decidere di cercare opportunità altrove se non si sentono supportati e riconosciuti a sufficienza. È fondamentale che i manager trovino un equilibrio, dedicando tempo e risorse sia agli under performer che agli high performer.
In conclusione, affrontare una bassa performance del team richiede una comprensione approfondita delle motivazioni sottostanti e un impegno attivo nel miglioramento. I manager devono lavorare sul mindset, costruire fiducia e garantire che le persone siano nel posto giusto, con le competenze adeguate. Solo attraverso un approccio equilibrato, che consideri le esigenze di tutti i membri del team, è possibile ottenere risultati significativi e duraturi. Investire nella comunicazione e nella formazione è fondamentale per il successo a lungo termine di ogni organizzazione.
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