Quanti schermi avete guardato oggi?
Presumo molti, dato che sempre più persone trascorrono la maggior parte della loro giornata incollate a dispositivi elettronici. Ci ritroviamo a passare ore e ore davanti a schermi luminosi, mentre la nostra connessione con il mondo esterno si riduce sempre di più. Da quando abbiamo appreso che numerose attività lavorative possono essere svolte anche online si stima che un gran numero di persone trascorra meno di mezz’ora al giorno all’aria aperta durante la settimana!
Per millenni abbiamo vissuto in sincronia con i cicli naturali di luce e buio. Poi, con la rivoluzione industriale e l’invenzione della lampadina, è diventato molto più facile illuminare gli spazi chiusi. Da lì ai nostri tempi però le cose sono cambiate in maniera esponenziale.
Nella società moderna, infatti, oltre ad avere a disposizione la luce artificiale 24 ore su 24, molti lavoratori sono costretti a un uso eccessivo dei dispositivi digitali esponendosi a una luce non naturale per periodi di tempo prolungati. Com’è comprensibile, questa trasformazione culturale ha degli effetti specifici sul benessere di ogni individuo. In particolare, la qualità del sonno e il tono dell’umore possono esserne influenzati negativamente. Una possibile causa è da rintracciare proprio nella mancanza di luce solare nella vita quotidiana. Sappiamo che siamo biologicamente portati a cogliere gli stimoli dal mondo esterno e a trasformarli in informazioni utili. Quello che succede con la luce artificiale, però, è che i segnali non vengono tradotti in maniera adeguata dal nostro cervello, che anzi ne rimane ingannato. Può capitare infatti di sentirci molto più attivi durante la notte o con un tono dell’umore basso durante il giorno. Questa è una diretta conseguenza della mancanza di variazioni nella gradazione luminosa dei nostri device. La tonalità, infatti, è sempre la stessa, a differenza di quello che avviene con la luce solare.
La luce prodotta dagli schermi dei cellulari, dei tablet e dei computer che utilizziamo fino a tarda sera, disorienta il nostro bioritmo e sopprime l’ormone della melatonina che regola il sonno. Andiamo a letto più tardi ma il dovere al mattino ci chiama, impostiamo quindi la sveglia e ci alziamo presto anche se non siamo allineati con il nostro orologio interno. Non sorprende che sempre più persone soffrano di insonnia o non riescano a riposarsi adeguatamente. La stessa cosa accade con l’umore. La luce solare stimola e regola alcune regioni cerebrali che favoriscono il rilascio di serotonina, neurotrasmettitore che migliora il tono dell’umore e aiuta a calmare lo stress. La luce artificiale non può fare altrettanto e infatti disturbi come ansia e depressione sono in aumento.
Sean Cain, scienziato della Monash School of Psychological Sciences e del Turner Instituite for Brain and Mental Health di Melburne, afferma infatti: “Gli esseri umani oggi sfidano la biologia, trascorrendo circa il 90% della giornata in ambienti chiusi sotto l’illuminazione elettrica che è troppo fioca il giorno e troppo luminosa la notte, rispetto ai cicli naturali di luce e buio. Ciò sta confondendo il nostro organismo e ci fa stare male”. Adottare dei semplici accorgimenti – come una pausa pranzo all’aperto – per concedersi una giusta dose di luce solare quotidiana, appare quindi prioritario per la nostra salute.
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