Gli occhi scrutavano l’orizzonte, ma il suo sguardo era rivolto indietro, al passato.
Ulisse, partito per scoprire nuove terre, quando si trova sull’isola di Ogigia, di fronte al mare accanto a Calipso, viene divorato da un senso di nostalgia, da quel desiderio di far ritorno in patria e stringersi tra le braccia di Penelope.
Il viaggio di Ulisse, così come narrato nell’Odissea, è un archetipo presente in tutte le culture. È il desiderio di ritornare alle origini, di ricongiungersi alla propria sorgente.
L’eroe greco non è diverso dall’uomo moderno spinto a uscire dalla sua “comfort zone” e a intraprendere nuove avventure abbandonando antiche certezze. Ciò che ci fa sentire così vicini a lui, infatti, è proprio quel senso di nostalgia.
Quante volte ci siamo trovati a fantasticare sul passato nella speranza di riassaporare alcune esperienze?
La nostalgia ci bussa alla porta alla fine di un viaggio quando ascoltiamo una canzone che ci evoca i momenti trascorsi con una persona che ora è lontana o, ancora, quando abitiamo distanti da casa e desideriamo intensamente tornare nei luoghi dove sono riuniti i nostri affetti.
La nostalgia è un’emozione complessa, un luogo dove si mescolano felicità e tristezza, e nonostante a primo impatto possa essere scambiata per un’emozione dolorosa, le nuove ricerche neuro-scientifiche dimostrano che è la felicità a prevalere.
Spesso chi si perde in “ricordi nostalgici” è accompagnato da un velo di tristezza, ha perso qualcosa, ma questa immagine è impressa nella sua mente con una connotazione positiva.
Appare evidente quindi, come quest’emozione abbia un rapporto stretto con la memoria, conserva le tracce di ciò che viviamo.
Se da un lato la nostalgia porta dei benefici psicologici, come l’aumento di continuità del sé e della percezione che la nostra vita abbia un significato, dall’altro alcuni studi hanno evidenziato risultati opposti. Una possibile spiegazione deriva dal fatto che la memoria genera distorsioni che danno vita a immagini edulcorate.
Per dirlo con parole più moderne è come se mettessimo un filtro di bellezza a situazioni che in realtà non sono così perfette come le ricordiamo.
Se ci pensiamo bene, tutte le cose viste da lontano, migliorano. Ricordare è un meccanismo affascinante ma non sempre riflette esattamente i fatti per come sono avvenuti. Anzi, spesso dipende dal significato che gli attribuiamo. La memoria può ingannarci, indurci a volte a crogiolarci in immagini che sono frutto della nostra fantasia.
In una società che non ha memoria la nostalgia è un’emozione fuori moda e, sebbene si parli tanto di stare nel presente, per farlo è necessario avere cognizione del passato.
Senza la percezione del tempo che passa il momento presente diviene insignificante.
Il tuo carrello è vuoto.