RAPPORTO SPECIALE 2023 FORMAZIONE MANAGERIALE, HARVARD BUSINESS REVIEW
Competenze emotive, per coinvolgere e trattenere i talenti – di Diego Ingrassia
Uno dei preziosi insegnamenti che ereditiamo dal Buddha è che il cambiamento è l’unica costante della vita. Oggi più che mai, comprendiamo il senso di queste parole. L’emergenza climatica, che è esplosa davanti ai nostri occhi nelle ultime settimane, ci obbliga a riflettere sull’inevitabile trasformazione continua del mondo in tutte le sue aree. L’ecosistema sta cambiando, compre-
so quello in cui operano le organizzazioni. Non si tratta di scegliere il lavoro in presenza o da remoto, quanto piuttosto di rendersi conto che sono nati nuovi bisogni che è necessario accogliere, se si desidera affrontare con successo le sfide del contesto lavorativo moderno.
Le aziende più lungimiranti stanno investendo sulla formazione già da tempo. E noto, infatti, che i migliori risultati si ottengono quando si valorizza il “capitale umano”, offrendo la possibilità alle persone di avere maggiori risorse a disposizione per essere flessibili e muoversi in maniera agile. Nello scacchiere delle abilità indispensabili, oltre a quelle digitali, sempre di più si
fanno strada le competenze emotive.
Le organizzazioni stanno comprendendo che non si assumono lavoratori ma esseri umani. Una cultura aziendale fondata sull’intelligenza emotiva è perciò un fattore cruciale per aumentare la soddisfazione lavorativa e, di conseguenza, trattenere i talenti, scongiurando fenomeni tragici come le “grandi dimissioni” che hanno preso il sopravvento a partire dalla pandemia. Questo risulta particolarmente vero nella relazione con le nuove generazioni, che hanno valori diversi dai nostri e considerano
l’incertezza come uno stato di normalità.
Come la formazione può portare a bordo i giovani e quali temi è strategico toccare per includerli e farli sentire parte di qualcosa di più grande? Sono tante le richieste più o meno esplicite che si manifestano attraverso un malessere diffuso nei luoghi di lavoro. Dal maggior equilibrio tra vita privata e professionale, alla possibilità di creare dei rapporti più aperti e sensibili al tema del benessere psicologico,. fino a quello della creazione di una dimensione di senso. Mentre per le generazioni passate raggiungere una posizione stabile e sicura era l’obiettivo primario, oggi questo non basta più: le nuove generazioni vogliono un lavoro che dia un senso profondo alla loro vita.
Da lavoratori a esseri umani: imparare a gestire le proprie emozioni e quelle altrui permette di instaurare legami profondi basati sulla fiducia e, quando il futuro è intriso di imprevedibilità, instillare fiducia suona come un atto coraggioso che darà i suoi frutti nel lungo termine. Si pone come centrale, quindi, il tema delle competenze emotive, per affermare in modo chiaro e inequivocabile
successo.
Da decenni lavoriamo per guidare i manager a curare le relazioni e costruire realtà dove le persone possano sentirsi sicure all’interno di dinamiche in continuo cambiamento.
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