La comunicazione non verbale è un termine ombrello usato per descrivere l’atto generale di trasmettere informazioni in modi diversi dal linguaggio verbale. Questo può includere il tono di voce, le espressioni facciali, la postura, l’andatura, i gesti, ecc. Alcuni comportamenti non verbali possono verificarsi simultaneamente o separatamente, con o senza discorso, durante un’interazione o quando siamo soli, con o senza la nostra consapevolezza.
La ricerca del Dr. Ekman si è concentrata sui comportamenti non verbali in relazione alle nostre emozioni e all’inganno. Nello specifico gli studi effettuati esplorano come le nostre espressioni facciali e i nostri gesti lasciano trasparire alcuni segnali.
Quando interagiamo il nostro comportamento non verbale può essere coordinato o meno con quello che stiamo dicendo. In diversi casi, i nostri comportamenti non verbali possono avere significati specifici o generalizzati, e possono sottolineare, contraddire, aiutare nell’interpretazione o avere poca relazione con le nostre dichiarazioni verbali.
Esperti di campi che vanno dalle arti visive alle scienze sociali hanno fornito diverse spiegazioni su ciò che può essere rivelato dal nostro comportamento non verbale. Queste nozioni vanno dal fornire qualifiche su come un messaggio verbale dovrebbe essere interpretato alla ferma convinzione che questa modalità di comunicazione riveli un lato più autentico – alcuni dicono primitivo – di noi stessi.
Riconoscendo la validità di entrambi, la ricerca del Dr. Ekman si è concentrata nel trovare la via di mezzo: come le emozioni sono rivelate e nascoste attraverso i nostri comportamenti non verbali, e distinguendo quali aspetti sono culturalmente contestuali, quali sono universali, e come entrambi possono interagire con i nostri tratti individuali.
Mentre ci sono espressioni facciali universali di emozione, non ci sono modelli specifici di movimento del corpo che segnalano sempre un’emozione o un significato specifico. A differenza delle sette emozioni universali (divertimento, tristezza, disgusto, rabbia, paura, disprezzo e sorpresa), il nostro “linguaggio del corpo” manca del potere associato all’universalità.
La nostra interpretazione di qualsiasi segnale non verbale, quindi, dipende sempre dal contesto; prendendo in considerazione non solo le nostre differenze individuali, ma le nostre differenze culturali e sociali, oltre alle variabili situazionali e ambientali.
LIBERAMENTE TRADDOTTO DA PAUL EKMAN GROUP
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