Rubrica “PSICOLOGIA DELLE EMOZIONI” di Diego Ingrassia – “GESTIRE LE EMOZIONI NELLE EMERGENZE ”
per PSICOLOGIA CONTEMPORANEA – Emergenze – n. 261, Maggio-Giugno 2017 – GIUNTI EDITORE
Tardo pomeriggio. Siete al tavolo di un bar, nell’area esterna, in compagnia di alcuni vostri amici. Un aperitivo come un altro, sereno, all’insegna della goliardia e del divertimento. Improvvisamente udite alcune sirene in lontananza, in rapido avvicinamento nella vostra direzione. Il suono ora si fa assordante. Si sono fermati vicino a dove vi trovate, ma non vedete ancora nulla: non distinguete, quindi, se siano giunte autovetture di Carabinieri o Polizia, se siano i Vigili del Fuoco, oppure un’ambulanza.
«Ma che succede?» vi chiedete perplessi.
La situazione è anomala, e l’intermittente suono d’allarme che udite vi rende immediatamente vigili, attenti, focalizzati.
Vi irrigidite sulla sedia, ammutolendo per pochi istanti, in un misto tra curiosità e apprensione.
L’attenzione viene convogliata in maniera esclusiva. Tutto accade in modo automatico, le emozioni prendono il sopravvento.
Perché avviene questo?
Il corpo umano è una macchina biologica altamente intelligente.
Risponde all’ambiente in maniera adattiva, per proteggersi e quindi sopravvivere.
Quando siamo sottoposti a un forte stress ambientale, troviamo nelle risposte del sistema nervoso autonomo simpatico ogni risorsa energetica utile a fronteggiare un eventuale pericolo: il battito cardiaco accelera, la frequenza del respiro aumenta per favorire un apporto extra di ossigeno, e di conseguenza i muscoli sono pronti all’azione. Il tutto è rapidissimo, esplosivo, perfettamente coordinato. Neurotrasmettitori e ormoni attivano in simultanea il nostro corpo. Siamo pronti a reagire.
Un osservatore attento coglierebbe alterazioni nella nostra voce, tensione muscolare e particolari espressioni facciali. Segnali evidenti, insieme a rapidissimi micromovimenti che un occhio allenato e educato attraverso metodologie scientifiche di analisi può registrare in modo preciso.
Pensiamo al caso in cui, attraversando le strisce pedonali, un pirata della strada guidi all’impazzata nella nostra direzione e senza frenare. espressione facciale di paura, il nostro corpo può:
Le ragioni per le quali il nostro corpo reagisce automaticamente in modo così specifico sono spiegabili con la Teoria dell’Evoluzione. Il meccanismo “attacco/fuga”, che può provocare paralisi o svenimento, fa parte del nostro repertorio comportamentale che ha consentito la sopravvivenza ai nostri antenati ominidi.
Il mondo moderno, per nostra fortuna, non ha gli stessi pericoli. Nessun pericoloso predatore carnivoro ci insegue in pieno centro a Milano, ma, rispetto al nostro esempio dell’auto pirata, ben tre reazioni comportamentali su quattro, fra quelle descritte, sono inutili sul piano della nostra sopravvivenza: solo fuggire è funzionale a salvarci.
La guerra, ma anche eventi traumatici meno lontani dal nostro contesto, quali terremoti, valanghe o un attentato terroristico, sono altri esempi chiari e potenti nella nostra mente.
Le forze dell’ordine, la Protezione Civile, medici e psicologi che si occupano di emergenze sanno quanto sia importante gestire le reazioni emotive delle persone soccorse ed evitare pericolose conseguenze comportamentali e psicologiche.
Oltre a buone strategie comunicative, questi professionisti devono essere in grado di cogliere preziosi indicatori dalla comunicazione non verbale dei loro interlocutori e riconoscere i micro-segnali delle emozioni distruttive, per evitare che la situazione degeneri e si perda il controllo.
Cogliere le emozioni e gli indizi rivelatori della comunicazione è cruciale anche in altri contesti, dove fare prevenzione consente di evitare situazioni di rischio che possano mettere a serio repentaglio la sicurezza e la vita delle persone.
I recenti fatti di cronaca correlati ad attentati terroristici rappresentano una concreta e cruda realtà, che dev’essere arginata con ogni mezzo possibile. I servizi di intelligence e le forze dell’ordine, oltre che i servizi di vigilanza e controllo delle dogane, possono fruire di metodologie che integrino tecniche verbali di intervista all’analisi emotivo-comportamentale dell’interlocutore, al fine di valutare se questi sia credibile o incline a mentire durante le fasi di controllo.
Oltre a raccogliere dati dai propri database, le forze dell’ordine hanno la possibilità di implementare le proprie competenze nel reperire informazioni chiave utili alle indagini – da testimoni oculari, vittime e potenziali sospetti – grazie a queste metodologie scientifiche.
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