I neonati riconoscono le emozioni dei loro coetanei a partire dai cinque mesi età.
Questa sorprendente scoperta è stata confermata dal professor Ross Flom, docente di psicologia della Brigham Young University (Utah) che nel 2005, con i suoi di ricercatori, ha condotto uno studio che dimostra che i bambini possono comunicare i loro bisogni attraverso le emozioni ed è per questo che riescono a riconoscerle nei loro coetanei.
La ricerca, pubblicata nel 2005 sulla rivista accademica “Infancy”, è la prima ad aver dimostrato la capacità di interagire di un bambino così piccolo con un suo coetaneo. I piccoli, attraverso gorgheggi ed espressioni del viso, utilizzano un metodo di comunicazione più efficace del pianto.
LA RICERCA
Flom e il suo team di ricercatori hanno testato la capacità dei bambini di abbinare la vocalizzazione di un emozione all’espressione facciale corrispondente.
Quaranta bambini sono stati messi davanti a due monitor su cui comparivano un neonato dall’espressione felice ed uno dall’espressione triste. Mentre osservavano i monitor, viene trasmessa la voce gioiosa di uno di loro e in questa occasione l’attenzione dei piccoli si catalizzava sul volto del bambino felice.
IL MESE DELL’ALLEGRIA
L’attenzione dei ricercatori si è focalizzata sui bambini di cinque mesi di vita nel rispetto delle indicazioni di Flom che definisce “il mese dell’allegria, il mese creativo per eccellenza”. È il periodo in cui iniziano a interagire con il mondo esterno attraverso vocalizzi, gorgheggi e gesti, trasmettono tutta la loro vitalità per la gioia dei genitori e dei nonni impazienti di instaurare un dialogo con i loro piccoli.
Uno dei motivi alla base dello sviluppo cognitivo e motorio del bambino è anche la crescita della circonferenza del cranio accompagnato da una valorizzazione della componente sociale. La curiosità verso il mondo che lo circonda, lo incoraggia ad esplorarlo e a comunicare con esso. Ogni azione è rivolta all’appassionante esplorazione degli altri.
I GENITORI
Il professor Flom ha potuto constatare che i genitori sono fondamentalmente desiderosi di conoscere cosa i loro piccoli vogliono comunicare, e sono il fulcro del loro sviluppo neurale e della loro educazione. Il processo di socializzazione che coinvolgerà i bambini nella loro crescita sarà fondamentale per la loro intelligenza, intesa come la capacità di stare al mondo e instaurare delle relazioni. Tale capacità viene denominata: “intelligenza sociale”.
I ricercatori affermano inoltre che c’è una correlazione positiva tra capacità di comunicare e sviluppo dell’intelligenza, per cui non è detto che chi eccelle nella comunicazione non verbale svilupperà in seguito una maggiore attitudine al linguaggio e alla capacità dialettica.
Un’altra clamorosa novità è la capacità dei piccoli di capire e interpretare la musica.
Il loro musicista preferito? Beethoven!
Grazie ai concerti eseguiti al Baby Lab della Brigham Young University, Flom ha verificato come i bambini apprezzino le melodie che infondono serenità e benessere.
“Sono rimasto attonito per la rapidità con cui colgono la differenza tra musica allegra e musica cupa!” afferma Flom, in particolare i bambini sembrano apprezzare maggiormente l’Inno alla gioia, la Nona Sinfonia di Beethoven.
Ancora una volta i bambini hanno il potere di sorprenderci. Quando i nostri piccoli si dedicano a gridolini, gorgheggi e imitazioni osserviamoli e proviamo ad ascoltarli con attenzione, forse cercano di renderci partecipi della loro gioia di essere al mondo e chiedono la nostra partecipazione e approvazione.
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